Vasca laminazione parco Nord, De Rosa (M5S): “Preoccupati dalla decisione del Comune di Milano”
Apprendiamo con preoccupazione la notizia dell’avvenuta apertura del cantiere di realizzazione della vasca di laminazione del fiume Seveso, da realizzarsi all’interno del Parco Nord.
L’accelerazione del comune di Milano solleva più di qualche perplessità, dal momento che si basa sulla decisione del Tribunale delle Acque Pubbliche di respingere la sospensione del cantiere, richiesta dai cittadini in via cautelativa. A suscitare più di un dubbio sono le motivazioni secondo le quali le ipotesi di rischio paventate dai comitati potrebbero essere legate al funzionamento della vasca e non ai lavori di realizzazione della stessa. In pratica è come se dicessero: iniziamo a fare la vasca, poi se un domani venissero accertati i rischi abbandoniamola lì.
Le preoccupazioni espresse dalle famiglie, che saranno costrette a vivere a ridosso della vasca, non possono essere liquidate come semplici indicazioni. Il cantiere sarà infatti aperto su di un terreno che risultava inquinato e sul quale non risulta siano state effettuate bonifiche, motivo per cui necessiterebbe dei rilevamenti, previsti dalle prescrizioni del decreto VIA e che invece non risultano effettuati. I depositi, provenienti da uno dei fiumi più inquinati d’Europa: il Seveso e dalla rete fognaria di Milano sedimenteranno sul fondo e sulle sponde dell’alveo fanghi di precipitazione contaminati. I lavori, che modificheranno la rete fognaria del territorio, finiranno inevitabilmente per movimentare fanghi e acque contaminate esponendo ai rischi che ciò comporta un condominio all’interno del quale vivono duemila persone. Infine a preoccuparci è l’abbattimento migliaia di alberi, quattro ettari per la precisione. Non esattamente la miglior soluzione possibile per un comune inquinato come Milano, il cui ambientalismo spesso professato a parole mai si traduce nei fatti.
Per questo siamo stupiti della decisione di aprire il cantiere senza attendere risposte definitive, in merito ai ricorsi presentati dai comitati. Il cui lavoro, come del resto la salute di centinaia di famiglie, non può essere derubricato alla voce archivio, senza nemmeno essere ascoltato.