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Riforma sanità Lombardia: chiederemo cinquemila volte al centrodestra di non ripetere gli stessi errori

Riforma sanità Lombardia: chiederemo cinquemila volte al centrodestra di non ripetere gli stessi errori

Presenteremo cinquemila atti e parleremo per duecentocinquanta ore in Consiglio sulla Riforma delle Sanità in Lombardia, sfruttando ogni minuto ci sarà concesso, per chiedere al centrodestra di ascoltarci e non ripetere ancora una volta gli stessi errori.

La riforma del Servizio Sanitario Regionale lombardo nasce dall’esigenza di correggere gli errori delle riforme Formigoni e Maroni. Un’impostazione che ha fatto da sfondo a ripetuti scandali e malaffare. Errori messi nero su bianco dai rilievi di Agenas e Ministero della Salute. La Moratti-Fontana è una (non)riforma di facciata scritta dalla Giunta regionale al solo fine di accaparrarsi le risorse ottenute da Giuseppe Conte per il Paese, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e rivenderle come proprie in Lombardia.

Una (non)riforma che promuove un modello incapace di dare a pubblico e privato gli stessi diritti e soprattutto gli stessi doveri, che lascia le nomine dei dirigenti in mano alla politica e non riavvicina i servizi di base per l’assistenza ai territori. Dimostrando ancora una volta come, dalla severa lezione imposta dalla pandemia alla Lombardia e dalla sua inadeguata gestione, il centrodestra non abbia imparato nulla.

In Aula verranno affrontati dei passaggi determinanti, non solo per il futuro della sanità regionale, ma per l’intero Sistema Sanitario Nazionale. La criticità più grossa della (non)riforma Moratti-Fontana è di fatti la presenza di alcuni articoli in contrasto con la normativa nazionale. Motivo per cui il Movimento Cinque Stelle presenterà diverse pregiudiziali di costituzionalità. Alcuni passaggi di questa (non)riforma rappresentano una vera e propria sfida al Governo, passibili di impugnativa alla Corte costituzionale. Passasse il concetto che le Regioni possano derogare ai principi generali della normativa nazionale sarebbe a rischio l’intero Sistema Sanitario Nazionale. Per questo respingeremo con fermezza questa proposta di legge, chiedendo che la discussione sia riaperta. La salute è un diritto di tutti.

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