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Keep the planet clean, la raccolta differenziata nel carcere di Bollate

Keep the planet clean, la raccolta differenziata nel carcere di Bollate

Recentemente, assieme alla portavoce comunale Ilenia Lovato, mi sono recato in visita al carcere di Bollate. Grazie alla disponibilità del direttore Massimo Parisi, ho potuto incontrare i detenuti che hanno dato vita al progetto di raccolta differenziata: “Keep the Planet Clean”. Un’idea capace nel giro di pochi mesi, dall’estate del 2016, di portare all’interno dell’Istituto Penitenziario una percentuale di raccolta differenziata pari al 91%. Numeri difficili da raggiungere, anche per le più attente amministrazioni comunali.

Per questo motivo abbiamo voluto parlare con i ragazzi, attivi nel portare avanti il progetto. Volevamo comprendere le ragioni alla base del successo e capire in quale modo la loro esperienza potesse essere utile, o eventualmente replicabile, al fine di migliorare gli attuali metodi di raccolta differenziata.

È stato sorprendente sentire raccontare come il successo della loro iniziativa fondi essenzialmente su tre pilasti: coinvolgimento attivo degli altri detenuti, incentivi e meccanismi premiali, creazione di valore economico e posti di lavoro. Né più né meno dei principi alla base di quel modello di gestione del rifiuto, che il Movimento Cinque Stelle propone di voler realizzare da anni.

Il coinvolgimento attivo della popolazione, l’attivismo che parte dal basso, i cittadini che attraverso il loro esempio coinvolgono gli altri cittadini, non può che essere la base sulla quale innescare un circolo virtuoso di raccolta differenziata e riciclo. Esattamente come hanno fatto i ragazzi di “Keep the Planet Clean” quando, stanza per stanza, hanno bussato alla porta degli altri detenuti, al fine di spiegar loro le ragioni progetto e discuterne eventuali difficoltà e migliorie. Fondamentale in questo meccanismo è stato l’aiuto dell’amministrazione dell’Istituto, la quale ha inserito piccoli premi (dalla telefonata al colloquio) per incentivare la popolazione carceraria al differenziare i rifiuti. La dimostrazione di come un premio alla persona, in un’ottica di raggiungimento del risultato, valga più di qualsiasi sanzione o multa. Esattamente quello che stiamo cercando di realizzare attraverso la legge sul vuoto a rendere, recentemente entrata in vigore. Infine la creazione di valore anche dal punto di vista economico. Attraverso la nascita di posti di lavoro e il risparmio per la collettività.

A colpire in particolar modo è stata la passione con cui il gruppo ha voluto raccontarci la propria storia. Una passione che va ovviamente al di là dei principi di salvaguardia e tutela ambientale, ma il cui messaggio parla di un sentimento e di una possibilità di riscatto che, da cittadino all’interno delle Istituzioni ho (abbiamo) il dovere di non lasciar morire e di raccontare. Assieme a Ilenia ci attiveremo al più presto per permettere al gruppo di continuare nel proprio lavoro all’interno dell’Istituto di Bollate. Servono guanti, sacchetti, mascherine, cestini e serve trovare il modo affinché il progetto possa sostenersi sulle proprie gambe. In secondo luogo per far sì che questa storia superi le mura dell’Istituto e possa essere raccontata, magari dagli stessi protagonisti, ai cittadini. Di modo che l’esempio ed i risultati ottenuti dal gruppo “Keep the Planet Clean” possa essere replicato all’interno dei nostri comuni e dei nostri condomini.

Fra le tante esperienze che ho avuto la fortuna di poter vivere grazie al mio ruolo di portavoce, questa mi ha lasciato dentro un sentimento particolare, al quale sarebbe complicato rendere giustizia attraverso le parole, ma verso il quale mi sento quasi in obbligo di continuare a fare qualcosa. Forse la sintesi perfetta della mattinata potrebbe riassumersi nel messaggio più volte ripetuto dai Coordinatori del gruppo: “Per una parte della società noi siamo rifiuti, vogliamo dimostrare come anche attraverso il rifiuto, sia possibile creare un futuro migliore”. Pensandoci bene, non è come dire: “Dai diamanti non nasce niente, dai “rifiuti” nascono i fior”.

Per approfondire: http://www.zoneassociation.org/

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