di Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente
Siamo in un Paese particolarmente fragile e mai come in questi giorni lo vediamo con i nostri occhi.
Almeno 7,5 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree a rischio frane o alluvioni. Il Veneto, Belluno, la Sicilia, la Calabria, il Lazio… non c’è una regione d’Italia che sia immune da questo problema. Servono azioni immediate e anche un lavoro di progettazione a medio lungo termine.
È per questo che abbiamo programmato il “Piano Marshall” contro il dissesto idrogeologico.
Una precisazione importante: si tratta di fondi per interventi di messa in sicurezza e non quelli da stanziare per l’emergenza di questi giorni, che sono gestiti dalla Protezione civile.
Come ho già raccontato, abbiamo a disposizione circa 6 miliardi di euro e per la prima volta siamo in grado di avviare la programmazione su base triennale, quindi oltre 900 milioni a triennio da destinare alle Regioni, che così potranno progettare e realizzare gli interventi con la certezza della erogazione a corto raggio. Senza più tempi biblici per gli stanziamenti.
Affinché il Piano funzioni, occorre che ognuno faccia la propria parte, che si suoni all’unisono come gli strumenti di un’orchestra.
Lo Stato ci mette i soldi, e i soldi ci sono, ma il lavoro di progettualità è in mano alle Regioni in concerto con i Comuni e le Province. E bisogna che si lavori con maggiore rapidità ed efficienza.
Iniziamo proprio oggi, con il piano triennale con il Friuli, per 60 milioni di euro, poi sarà la volta dei Veneto, con 159, e così via.
So benissimo quanto possa essere articolata la fase della progettualità delle Regioni, e per questo già durante l’estate ho avviato un dialogo con loro, per dare tutto il supporto possibile anche con i tecnici del ministero qualora ce ne fosse bisogno.
In molti mi avete chiesto perché abbiamo rescisso l’impegno a prendere i fondi della Bei, la banca europea di investimenti.
In verità non abbiamo rescisso proprio niente. Semplicemente perché il mutuo – annunciato molte volte dal precedente governo – non è stato mai stipulato.
Tra l’altro poi il mutuo lo stipula il Ministero dell’Economia non il ministro dell’Ambiente.
Noi, attraverso un’interlocuzione a tutto tondo, stiamo valutando la progettazione e la programmazione degli interventi legati a quel mutuo perché è un progetto che nasce almeno due anni fa. Quindi, oggi quei fondi in prestito – che così come concepiti non sono spendibili per l’emergenza – sono legati a progetti che potrebbero non essere più attuali. Nessuna rinuncia a priori, ma solo una valutazione condivisa, con Bei e con le Regioni.
Oggi c’è prima bisogno di capire se quei fondi andrebbero nella direzione giusta o se possano essere attualizzati.
Nel frattempo però il Ministero ha già i fondi propri da dare alle Regioni.
Oltre a tutto questo lavoro che stiamo portando avanti spero vivamente che il Parlamento approvi al più presto la legge sul Consumo di suolo, una legge che il nostro Paese non può più aspettare. Bisogna programmare e pianificare il nostro Paese tenendo presente la sua delicata situazione idrogeologica
Non voglio piangere più morti, voglio che non si parli più di emergenza dissesto, e io sto lavorando dal primo giorno affinché ciò accada.
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